Descrizione
Sembra utile e opportuno risvegliare l’interesse del mondo teatrale e artistico e dei cultori di musicologia intorno ad Emanuele Muzio, particolarmente perché egli ebbe tanta parte nella vita del Cigno di Busseto; il quale ebbe per lui, più di quanto comunemente si sa, un affetto profondo e costante. Ci fu anzi fra loro, come scriveva nel 1931 Mario Tortora, “un sentimento di fraterna amicizia, che li tenne uniti per tutta la vita”. L’esistenza di Emanuele Muzio fu talmente intrecciata con quella di Giuseppe Verdi che, se è stato possibile a tanti scrivere libri di ogni sorta su Verdi, gigante di eccezionale genio e vitalità, senza neppure nominare Muzio, non si può scrivere di Emanuele Muzio senza parlare quasi in continuità di Verdi. La vita di questo unico allievo del Maestro è anch’essa interessante e piena delle più varie vicende; e inoltre, a parte il genio che Muzio non ebbe – e lo riconoscerà egli stesso nel suo testamento – in parecchi episodi e situazioni e vicende c’è molta affinità e somiglianza tra la fanciullezza, la giovinezza, le difficoltà, le delusioni, gli stenti vissuti e sofferti da Giuseppe Verdi e quelli di Emanuele Muzio.
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